Il bosco. Questo luogo magico che nasconde e protegge la vita dall’alba dei tempi. Filtra un po’ di luce tra le foglie, il muschio ricopre le radici degli alberi. Il vostro viaggio alla scoperta del gusto comincia proprio da qui, tra le fronde cadute dagli alberi e la terra morbida. Il profumo di funghi è una sfumatura del profumo del bosco, forse più umido e intenso, forse in realtà si vogliono far trovare.
Possono essere velenosi e non, sempre scenici, nei colori, come l’amanita e il suo rosso sgargiante, oppure nelle forme, come le spugnole, simili al corallo marino. Oppure ancora, sorprendenti nella loro natura, come i fonc dal fum, quelli che se schiacciati dopo maturi, emettono una sottile polvere grigia.
Tra i commestibili, uno dei più amati nel suo aspetto e nel suo gusto è il fonc da l’anèl, mazza da tamburo o ancora ombrèle. Parte piccolissimo e chiuso su sé stesso, morbido e bianco a vederlo fa quasi tenerezza. Crescendo esplode, aprendo il cappello come se fosse uno di quegli ombrellini giapponesi da geisha, staccandosi alla base dal gambo, dove rimarrà il residuo di questa congiuntura iniziale (l’anello). Diventa alto ed elegante, se non fosse così buono sarebbe un peccato coglierlo.
E’ una specie protetta, durante la vostra uscita a funghi nel vostro cestino non potete superare un kilo di queste bellezze (altra cosa importante: informatevi sui permessi e fate attenzione a non sbagliare fungo!).
In Val di Zoldo le ombrele si cucinano fresche. Portate a casa vanno ripulite bene dalle bestioline e dalla terra, staccando la parte superiore dal gambo che a sua volta verrà tagliato a fettine.
Dopo a una veloce impanatura a piacere, si frigge in padella con un po’ d’olio. Il gusto? Generalmente gli scettici dicono che fritta è buona anche la soletta delle scarpe. A noi piace pensare che permanga e sia percepibile l’aroma del bosco e di tutta la sua vita.
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