Partiamo in una domenica calda e soleggiata verso le sorgenti del torrente Rutorto.
Raggiungiamo Zoppè di Cadore e percorriamo la strada che giunge all’eliporto. Ancora pochi metri e ci incamminiamo lungo lo sterrato che ci porta fino al bivio di Le Fraìne (1600 m).
Da lì continuiamo a salire e proseguiamo per il sentiero 493 che conduce anche al Rifugio Venezia. Arriviamo al Tornichè (1693m) e continuiamo a salire. Il panorama inizia a farsi interessante, con il Monte Penna e sua maestà il Monte Pelmo. E’ sempre un piacere osservarlo con la sua bellezza imponente e regale.
Dopo una breve sosta, il vento che soffia piuttosto forte ci convince a proseguire per la strada sterrata e giunti ad una curva, invece di proseguire verso il Rifugio Venezia, usciamo dal sentiero e seguiamo i solchi scavati nell’erba dalle ruote di un fuoristrada. Dopo una breve discesa ci ritroviamo in un meraviglioso prato nutrito dal torrente Rutorto.
Da lì si può già vedere, sulla parete sud del Monte Pelmo, la Danbra, una formazione rocciosa assomigliante al tipico zoccolo zoldano in legno a punta rialzata.
Proseguiamo quindi per una lieve salita ricercando le tracce del sentiero tra i baranci (pini mugo), alberi che crescono forti e robusti.
Come in un labirinto e con la curiosità di un bambino, finalmente troviamo la via d’uscita e ci ritroviamo su un soleggiato ghiaione,
che percorso in salita si ricollega al sentiero 472 che porta sempre al famoso Rifugio Venezia.
Continuiamo la nostra salita sui grandi massi che conducono proprio sotto la parete sud-est del Monte Pelmo.
E proprio in un punto inizia a sgorgare dell’acqua, fresca e pura, che secondo un racconto viene chiamata sorgente de le undes ovvero “sorgente delle undici”,
perché sembra che proprio in prossimità di quell’ora la fonte inizia a svegliarsi e ad iniziare il proprio percorso che diventerà torrente Rutorto.
Sembra quasi una magia, come in una fiaba, e invece è un dono di questa meravigliosa montagna e della natura sempre così ispirante.
Dopo esserci rifocillati, rinfrescati ed aver goduto del panorama, ci dirigiamo verso il sentiero che porta al rifugio ed ecco che ritorna quel vento che già abbiamo incontrato più a bassa quota e ci fermiamo ad osservare come quest’aria così decisa faccia muovere con armonia la distesa d’erba davanti a noi, quasi come una danza dei fili d’erba.
Giungiamo al Passo di Rutorto (1931 m) e arrivati appena sotto il rifugio possiamo godere dell’immenso panorama e ci soffermiamo ad osservare gli escursionisti che affrontano la salita sul Monte Pelmo per la via di Ball.
Da lì a poco decidiamo che è ora di rientrare e di ripercorrere il sentiero di ritorno. Lungo il tragitto troviamo un gregge strano e curioso e costeggiando il torrente Rutorto che ora ha preso potenza,
ci inoltriamo in un bosco in discesa fino ad arrivare alla Casera di Rutorto.
Infine, giungiamo di nuovo a Zoppè in località Sagui.
Escursione semplice e piacevole, con una variante interessante, per uno dei rifugi più frequentati della zona.
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