Luoghi del cuore rimasti intatti, mantenuti nella loro architettura e nel loro silenzio. La Val di Zoldo è bella anche nei suoi paesi disabitati o semi disabitati, dove la vita di un tempo permane nel larice grezzo delle antiche abitazioni, nelle sue pietre, nei vicoli attraversabili soltanto a piedi, nelle stupende vedute che spesso questi borghi vantano.
Alcuni raggiungibili solo a piedi, sono posti imperdibili per chi vuole approfondire la storia della valle, rilassando la mente e aprendo il cuore a questi tesori dimenticati.
Colcerver (m 1221)
Amatissimo dai suoi pochi abitanti, Colcerver è un grazioso borgo di antichi fienili e case a un paio di chilometri da Pralongo. Si narra che sia stato fondato da un militare bandito dall’esercito romano in esilio a “Col Cerver” in dialetto locale “Colle dei cervi”. Il soldato, vestito ancora di corazza, elmo e panciera si sarebbe stabilito lì, dando vita al primo nucleo dei “Panciera”, cognome ancor oggi molto diffuso in valle.
Da visitare, la bellissima chiesa, semplice e raccolta, oggi finalmente di nuovo impreziosita dalla pala d’altare, risalente alla prima metà del ‘700.
Non potrete fare a meno di passeggiare lungo le stradine di una volta, ammirando alcuni bellissimi interventi di recupero e la vista superlativa sulle guglie del Mezzodì.
Di solito silenzioso e mite, Colcerver si vivacizza ma sempre rispettando la sua naturale tranquillità durante la celebrazione dei suoi santi patroni, Ermagora e Fortunato, festeggiati ogni prima settimana di luglio.
Il paese è raggiungibile in auto da Pralongo, lungo una strada per alcuni tratti molto stretta. Numerosi sono invece i sentieri per chi vuole arrivarci a piedi, sempre dal paese di Pralongo oppure dal laghetto del Vach.
Arsiera (m 1307)
Dimenticato e immerso in boschi selvaggi, Arsiera è un antico borgo abbandonato, abitato un tempo dai minatori della Val Inferna, e da chi vi risiedeva durante la stagione estiva.
Ci si arriva esclusivamente a piedi, tramite sentieri che partono dalla strada del Passo Cibiana (Sp 347). Uno dei percorsi più agevoli, è quello che inizia con la strada sterrata costeggiando ru Cervegana, un torrente che con il suo passaggio, ha scavato affascinanti canyon nella roccia.
Le case, seppur vuote, gli orti, gli ampi prati scaldati da un sole caldissimo e i fienili, ricordano quanto questo sia un borgo da salvare, per la grande ricchezza della sua storia, di cui si ha notizia dal XVI secolo.
Cercenà (m 1127)
Un solo abitante, che continua a colorare e a tenere vivo questo piccolo villaggio di poche case, nei boschi tra Dont e Fusine.
Niente elettricità, no telefoni, zero riscaldamento centralizzato. Soltanto candele e luce del giorno, piazze di paese (quelle a valle) e non virtuali, stua o foghèr. Insomma, la vita sognata da molti!
Cercenà si raggiunge da Foppa, bella frazione appena sopra Dont, oppure da Fusine, scendendo verso Soramaè. Solo a piedi, ovvio!
Una volta lì, lasciatevi incantare dalla magia di un luogo vissuto strettamente in armonia con la natura.
Pronti per scoprire questi magnifici paesi? Preparate il vostro zaino e buona scoperta!
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Confermo sono borghi unici
Davvero! Dei tesori nascosti!
Cercenà è il cognome di mia zia che vive in toscana ma ha una casa a Zoldo dove non sono mai stata. Mi ha raccontato di questo borgo dove vive una persona sola…E’ incredibile!