Quando mi è stato proposto di passare una notte alternativa camminando su e giù per i monti, rincorrendo il tramonto prima e l’alba poi, ho subito pensato che si, era un’esperienza da provare!
Ho preparato lo zaino con tutto quello che mi sarebbe potuto servire e via ! Appuntamento con gli amici di “Zoldo Club” (un’associazione sportiva di Bologna) alle 19.00 al Passo Staulanza.
E’ una splendida serata estiva, calda e limpida. Abbiamo iniziato la salita al Crot percorrendo un sentiero comodo ed in alcuni tratti già molto panoramico. Si sta facendo sera e la luce lentamente assume tonalità più calde – non ha più l’intensità del giorno, è più soffusa ed inizia impercettibilmente a caricarsi dei colori del tramonto.
Dopo circa un’ora di cammino e 400 metri di dislivello, così dal nulla … un’apparizione : alla nostra destra si staglia in tutta la sua maestosità il Monte Pelmo ! Sembra così vicino che mi pare di poterlo toccare … io in Zoldo ci abito ed il Pelmo lo vedo tutti i giorni però dal quel preciso punto appare così imponente e solenne che ti toglie il respiro – e allora stai lì, ammutolito e non puoi far altro che riempirti gli occhi di tutta quella bellezza antica e solitaria.
Ancora pochi minuti ed eccoci sulla cima a 2.170 metri – primo traguardo raggiunto.
La vista spazia a 360° sui monti circostanti – ognuno cerca un fazzoletto di prato o una roccia dove assaporare lo spettacolo che ha davanti – è questione di pochi attimi ed il cielo si colora di mille sfumature : finalmente il tramonto !
Quando l’ultimo raggio di sole si spegne riprendiamo il cammino verso il Passo Staulanza dove arriviamo alle 22.00. Ed ora inizia la parte più lunga del nostro itinerario che ci porterà fino al Monte Punta.
Imbocchiamo il sentiero che va al Rifugio Venezia ; abbiamo le pile frontali ma non ci servono perché c’è la luna che illumina il percorso. Dopo un’ora circa di cammino l’atmosfera cambia, diventa ovattata, quasi surreale …. È un momento magico – percepisco un senso di appagamento e di “leggerezza” che mi fa sentire parte di quella natura selvaggia. E credo che anche i miei compagni di viaggio abbiano provato qualcosa di simile perché ad un tratto è calato il silenzio – si sente solo il lento calpestio di 17 paia di scarponi sul sentiero.
Verso mezzanotte decidiamo di fare una sosta per riposarci un po’ e mangiare qualcosa di energetico. Dopo un’oretta ripartiamo e giunti sul pianoro “I Lach”, deviamo sul sentiero 499. Inizia la discesa dal “Sass de Formedal”, un crinale erboso, a tratti ripido. In questa fase utilizziamo le luci frontali perché il terreno è umido e scosceso. Sul lato sinistro, giù infondo, scorgiamo le luci di Zoppè di Cadore mentre sul lato destro intravediamo, piccole piccole, le frazioni di Pianaz e Fusine.
Alla fine della discesa raggiungiamo il passo Tamai. Non sono ancora le 3.00 – è presto, l’alba è prevista per le 5.20 circa. Troviamo una bella radura e ci sistemiamo alla meglio – è ora di fare una pausa – camminiamo da più di 7 ore e la stanchezza inizia a farsi sentire. C’è chi addirittura riesce a dormire chi invece solo a socchiudere gli occhi godendosi quei momenti di riposo.
Alle 4 circa riprendiamo il cammino – ci aspettano gli ultimi 50 minuti lungo un sentiero tutto in salita in mezzo al bosco. Non c’è molta voglia di conversare, siamo tutti concentrati nel mettere un piede dinnanzi all’altro – l’obiettivo ora è di raggiungere la meta. Ed ecco che alle 4.50 il bosco si dirada, lasciando spazio ad una cima erbosa disseminata di gigli bianchi. Siamo a circa 2.000 metri ed il panorama è mozzafiato. Non è una mattina limpida, siamo sopra le nuvole e capiamo che non sarà un’alba da manuale ma non ci importa. Ci buttiamo letteralmente sul prato, indossiamo le giacche più pesanti perché la temperatura è scesa, beviamo un po’ di tè caldo ed aspettiamo. Ad un tratto le nuvole si diradano un pochino e riusciamo a scorgere la sagoma del Pelmo ; intravediamo qualche sfumatura rosa ma dura pochi attimi e poi il cielo si ricopre nuovamente di nuvole. Trascorriamo altri 10-15 minuti in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri. Io non sento più la stanchezza – sono semplicemente felice di essere lì, in cima al mondo, e di poter vivere quegli istanti che segnano il passaggio dalla notte al giorno.
Un po’ a malincuore ci incamminiamo lungo il sentiero che ci porta a Costa, 600 metri più in basso e dopo un’ora arriviamo nel paese ancora addormentato.
Termina così un’avventura per me nuova, un’esperienza di condivisione di mutevoli stati d’animo ed emozioni. Che dire di più …. Un gran bell’allenamento per il corpo e per l’anima!
Franca
Non aggiungiamo altro… siete rimasti senza parole anche voi? Allora venite a trovarci!
TAGS: Ascolto, Bellezza, Cammino, Colori, Dolomiti UNESCO, Pace, Paesaggio