Anche questa domenica di inizio luglio si decide di partire per una camminata, nonostante le molte nuvole che già ricoprono il cielo. Di buon’ora ci rechiamo in direzione Pralongo e oltrepassato il ponte sul torrente Malìsia percorriamo la strada forestale sino alla Casèra al Piàn (1162m) e da lì iniziamo il nostro percorso nel bosco, seguendo il sentiero 524 che porta anche al Laghetto del Vach e alla Baita Valentino Angelini.
Il clima è caldo e umido, ma la voglia di raggiungere la nostra meta supera tutte le fatiche.
Giunti ad un altro bivio, con delle esaustive indicazioni, continuiamo a percorrere il 524 verso il Vant de le forzèle
e saliamo gradualmente di quota.
Usciti dal bosco si iniziano ad intravedere le crode (montagne) e il primo giarón (ghiaione, colatura di sassi).
Sappiamo che per andare verso la cima bisogna abbandonare il sentiero e seguire un tracciato.
Proseguiamo ancora per un breve tratto e finalmente svoltiamo verso un costone in salita
con il terreno caratterizzato da grandi sassi ma comodamente percorribile.
Alzo lo sguardo verso l’alto e l’atmosfera diventa rarefatta, una candida nebbia avvolge le cime più alte
e solo a tratti riusciamo a intravederne le forme.
Continuiamo la salita e mi volto indietro vedendo che le nuvole si alzano
e ci permettono di vedere i paesi della Val di Zoldo e l’ampio ventaglio dei monti che li sovrastano.
Paragono le nuvole ai pensieri, vanno e vengono, compaiono e scompaiono…
Oggi ci hanno regalato degli scorci bellissimi lasciandoci intravedere le meraviglie della natura.
Percorriamo il ghiaione godendo dello splendido panorama sul Petorgnon.
Il sole inizia a far capolino e a illuminare la nostra vista.
Ad un certo punto alziamo gli occhi verso un apparente impervio canalone e notiamo un gruppo di camosci diretti proprio verso dove dobbiamo dirigerci;
uno spettacolo unico e illuminante, anche perché ci confermano che proprio di là dobbiamo passare!
Dopo aver attraversato un breve tratto ricoperto ancora di neve,
ci avviciniamo alla nostra meta, ancora una sosta e siamo pronti per percorrere l’ultimo dislivello che ci porterà verso la Cresta sud.
Il terreno è piuttosto ripido caratterizzato da ghiaino, ma lassù si può intravedere un ampio panorama,
quando la nebbia ce lo permette.
Ridiscendiamo e percorriamo una variante che ci porta in un canalone fatto di grossi sassi ma molto comodo.
Il tracciato anche in quota è segnalato dagli ometti e
molto varia è la flora del periodo e c’è anche un via vai di farfalle.
Ritorniamo nel bosco e incontriamo il torrentello àiva dei Scarselóin che ci conduce alla Baita Valentino Angelini (1680 m).
Da qui scendiamo di quota percorrendo il sentiero 536 verso Casèra del Piàn e seguiamo il torrente che ha una bellissima cascatella.
Facciamo una piccola deviazione al Laghetto del Vach e poi giungiamo di nuovo al punto di partenza.
Escursione con percorso variegato, non impegnativa, ma con dislivello.
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Baita Angelini è un posto magico, da fiaba, di quelli che credi possano esistere solo nei libri e nelle illustrazioni per bambini… la amo!
Grazie, per un attimo credevo di vivere con Voi questa escursione