Correva l’anno 2016, più precisamente il 26 gennaio. Un nuovo museo, in un palazzo storico e centrale di Belluno, apriva i battenti, dando una ventata di aria fresca alla città capoluogo. Eh sì, stiamo parlando proprio di Palazzo Fulcis!
Al suo interno, opere che raccontano la storia dell’intera Provincia, oltre che della città stessa, porta delle Dolomiti senz’altro, ma dall’anima veneta.
A ricordarlo a gran voce, il lussuoso salone con ballatoio, forse un po’ troppo ampio per una città freddolosa e montuosa, ma adatto sicuramente alle splendide Ville venete della Pianura.
Un luogo dove il visitatore può approfondire secoli di vicissitudini che forse non troverà sui libri di storia, ma che non per questo sono meno interessanti dei grandi avvenimenti.
Per questa ragione se visitate Palazzo Fulcis consigliamo di richiedere la presenza una guida, proprio per non perdervi nessun prezioso dettaglio.
Ma quali sono gli elementi che più ci hanno colpito? Eccone alcuni.
1 – La porta di Santa Maria dei Battuti
Salendo lo scalone al primo piano la prima opera in cui ci si imbatte è questo magnifico portale, una volta posizionato all’ingresso della Scuola di Santa Maria dei Battuti. Ci ha colpito per la sua solennità, e anche perché un po’ ci ha ricordato un altro portale importante, la “Porta del paradiso” del Battistero di Firenze. Il portale di Belluno, risalente al ‘400, è costituito da ben quaranta formelle, una diversa dall’altra, che non saranno dorate è vero, ma sono di legno di larice, un legno che nella sua lavorazione richiede grande maestria (quindi per noi, è come se fossero d’oro!).
Questa è quella d’oro: come sarà quella di larice?
[Lorenzo Ghiberti, “Porta del Paradiso” Battistero di Firenze, 1425-1452]
2 – l’Alcova di Pietro Fulcis
Chi non sogna di vivere in un ambiente principesco? Ebbene, Pietro Fulcis, giovane rampollo dell’eminente famiglia proprietaria del palazzo, nel 1702 ottenendo il titolo di Cavaliere di Malta, si è meritato una camera da letto strepitosa, dove tra stucchi e decorazioni poteva dormire beato sentendosi proprio… un re!
3 – le tavolette della chiesa di Sant’Andrea
In una sala affacciata sul cortile centrale si possono ammirare le bellissime tavolette della chiesa di Sant’Andrea, distrutta dal terremoto del 1873. Questi piccoli quadri sono degli ex voto, ossia dei ringraziamenti da parte dei fedeli, che raccontano in maniera molto accurata come l’intervento divino abbia risolto dei problemi, o abbia fatto guarire sé stessi o i propri cari dalla malattia. Le loro dimensioni e l’immediatezza della vicenda rappresentata fanno riportare alla mente degli ex voto “profani”, ma che incarnano comunque la forza del credo popolare: gli ex voto di Buzzati!
[Dino Buzzati – “I miracoli di Val Morel”, 1971]
4 – il Cristo di Andrea Brustolon
Tra gli elementi che distinguevano Michelangelo dagli altri artisti vi era la capacità di tramutare la pietra in vita. “Perché non parli?” Chiedeva Michelangelo al suo “Mosè”. Ed è proprio quello che ci chiediamo noi, guardando il bellissimo Crocifisso in legno di pero di Andrea Brustolon.
Locandina della mostra che ha celebrato questa donazione al museo. Particolare del basamento
[“Crocifisso con il Mondo, la Morte ed Eva” Andrea Brustolon (1662 – 1732) – donazione Pagani Cesa]
5 – La “Veduta di piazza Campitello”
Vi chiederete dove siamo in questo quadro, non riconoscendo in quel comico caos la piazza stessa dove vi trovate. È piazza dei Martiri, agli inizi del ‘700, dipinta da Marco Ricci nella sua veste meno seriosa. Una vera bellezza.
Piazza Campitello oggigiorno… o per meglio dire: Piazza dei Martiri! Come sarà nel quadro del grande Marco Ricci?
Piaciuti i nostri spunti? Se dovete ancora andare a Palazzo Fulcis vi consigliamo di tuffarvi in questo incantevole museo, mai noioso, e, se accompagnati da un esperto, non di appannaggio dei soli esperti d’arte e di storia.
Aspettiamo di conoscere i vostri preferiti!
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