Walt Disney e la natura possono narrare le stesse fiabe?
Arrivo con la mia 500 bianca e parcheggio nella piazzetta di Colcervér …
C’è straordinariamente fresco e guardandomi intorno vedo che il sentiero da percorrere è all’ombra di un bosco di faggi e conifere. Credo molto nelle prime impressioni…quando le aspettative e le esigenze si allineano alla realtà facendo nascere l’entusiasmo.
Mentre mi rilasso entrando in modalità bucolica, mi ritrovo a camminare verso Col Baion. Ho alberi tutt’intorno… il sentiero inizia con una passeggiata pianeggiante nel verde, non ci sono particolari pendenze… Camminando osservo la natura nei suoi particolari, è strano come certi dettagli tanto distanti da una vita di cyberspazio come la nostra possano comunque riportarmi alla mente certi parallelismi. Forse ho la tendenza a guardare con gli occhi di una bambina… certi insegnamenti di Walt infatti si mantengono a tutt’oggi nella mia top ten di regole di vita.
A mezzora dalla partenza mi stoppo, sembra un blocco di roccia ma non capisco cosa possa farci in mezzo al bosco… Mentre mi avvicino, mi accorgo che si tratta di una piazzola di terra e radici: è un albero steso al suolo. Il silenzio, il gioco di ombre creato dalle foglie, io che lo raggiro per capire che pianta possa esserci dietro ad una luna di terrame e radici di quelle dimensioni. Come è assurdo, una creatura apparentemente così forte stesa a lato di steli d’albero… La natura ci insegna molte regole ed eccezioni… e io adoro queste eccezioni…
Arrivo al cartello, prendo il sentiero CAI n. 539, verso Col de le Ole. Il percorso è un piacevole susseguirsi di salite e discese, senza impegno e adatto a tutti. È una tappa che non prevede grandi dislivelli ma le alternative di sentiero sono molte, come quella verso il passo Duran che noi intraprendiamo per allungare un po’ la gita. Rientriamo e scendiamo verso il pascolo dell’Asinera, la giornata è ideale, qualche nuvola ci ripara dal sole di questa fantastica estate.
Siamo in rientro, l’antica strada verso Dont è costeggiata dal torrente Moiazza. Con la seconda auto, lasciata appositamente all’arrivo di questa tappa, torniamo a prendere la mia… Meritiamo un panino, una birra bianca, forse un gelato ma sicuramente un pò di sole. E’ mentre mi godo il premio alla Tana de l’ors che penso alle fiabe e alla mia volontà di non scinderle dalla realtà. Frasi e scene che sono maestrie di insegnamenti, entrate nella mia testa dopo aver consumato il nastro delle mie adorate VHS e il tasto ‘play’ del videorecorder…. Ahhh… nessun leggerissimo lettore cd o hard disk prenderà mai il posto che vi ho riservato nel mio cuore…
Ciò che sembra più forte non sempre lo è, ci sono alberi che mettono radici da soli per poi risalire il cielo in coppia e le strade da percorrere sono sempre almeno due.
Credo nei dettagli, nelle piccole cose, nei segni impercettibili, nel romanticismo dell’occhio che vuole osservare davvero e che non si lascia catturare dal primo bagliore, nella magia dei piccoli segni e dei gesti silenziosi e impercettibili.
Credo che ogni razza di cane abbia un padrone che gli somiglia per abitudini e fisicità come nella Carica dei 101, che seguire gli insegnamenti di Bambi quando ci consiglia di starcene zitti se non possiamo dire una cosa gentile sia pressoché impossibile (ma che crei una buona base) e che, sebbene non ci siano prove certe dell’esistenza di una certa ‘Cenerentola’, ogni bambina abbia il diritto di sognare il suo principe azzurro.
Credo che le cose eccezionali nascano proprio dall’eccezione… e che non esista un giorno intelligente della nostra vita per blindare in un cassetto gli occhiali rosa attraverso i quali abbiamo conosciuto il mondo.
Buona eccezione a tutti, ci rivediamo alla prossima tappa.
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