Passeggiando per le strade e i sentieri di Coi, Brusadaz, Costa, Cornigian e di molti altri piccoli borghi montani ben conservati e disseminati nel territorio di Zoldo, è ancora possibile immaginare come poteva essere la vita dei montanari qualche secolo fa.
Passeggiando per i sentieri più in alto e sui viaz, vien facile immaginare come poteva essere la vita di molluschi, alghe e spugne, grossi esseri marini, rettili e dinosauri.
Camminare nelle Dolomiti UNESCO è come entrare in una macchina del tempo. Qui, nelle rocce e sui versanti delle montagne, si è fossilizzato il tempo, o meglio, i tempi e quindi i momenti diversi di una lenta evoluzione.
In Dolomiti, intere porzioni di territorio corrispondono a degli spaccati fossili di ambienti del passato, quindi nel paesaggio attuale si sommano anche i paesaggi susseguitisi nelle ere geologiche, attraverso i milioni di anni.
Si passa da montagne antichissime, progenitrici delle Alpi, spaccate dalla attività vulcanica a pianure percorse da fiumi che poi sono state invase dal mare… da un mare poco profondo e non differenziato ad un mare che abbracciava prima isole rocciose, e poi un arcipelago di barriere tropicali e atolli…da un mare complicato dal ritorno dell’attività vulcanica a un mare quasi riempito di sedimenti con ancora isole coralline… e poi una pianura fangosa invasa periodicamente dal mare, il cui destino fu quello di sprofondare negli abissi prima di venir sollevata ed erosa a dar forma agli attuali profili.
In queste ultime sei righe ci sono più di 200 milioni di anni di storia (la memoria della Terra), percorribili fra strade, sentieri, viaz, vie, mulattiere o perdendosi fra le rocce… gli ultimi secoli di storia sono visibili fra i paesi e i villaggi abitati, i versanti agiti, fra i saperi e le attività, fra le storie di queste genti che ancora fieramente popolano questi meravigliosi e delicati luoghi, ove la bellezza regna sovrana da sempre.
Il tempo qui si può riproporzionare nella sproporzione.
Venendo da un contesto urbano e quindi dalle compressioni della quotidianità lavorativa e della vita moderna, dove tutti i secondi e i minuti vengono posizionati, separati, osservati ed attesi, si passa al paradosso contenuto fra queste montagne, dove ciò che succede all’improvviso non è nulla se non assieme alle milioni di cose che sono avvenute nei milioni di anni. In un immensa lentezza dinamica. Le Dolomiti si trovano dove il ritmo lo dà il sole e i pianeti, e dove le sincronie sono orientate e dirette dai cambiamenti naturali (luci, temperature, stagioni). Stare qui fa bene.
Forse è qui che si è deciso di iniziare a contare e sull’eventualità di continuare all’infinito, nessuno sembra aver posto regole.