Molti conoscono il profumo del cirmolo e le virtù che questo legno possiede, soprattutto gli scultori che da sempre lo prediligono per intagliare Madonne, volti dalla pelle liscia, curve e pieghe che dipanano come se fossero burro. Tuttavia ricordo ancora oggi quando, visitando una mostra di Gualtiero Gasperini mi sono soffermata di fronte a un bassorilievo ricco di narrazione e simboli associabili a mille culture differenti. Era in larice.
Gasperini mi ha spiegato che il larice non è un legno facile da scolpire come il cirmolo e che richiede molto tempo e pazienza. Come se volesse essere “amato” e “capito”.
Il legno di larice è rosso o rosato, appena tagliato rilascia un profumo inebriante, quasi di nettare e miele. E’ un albero che raramente vedi attorcigliato su sé stesso, sale dritto, sparato verso il cielo. E’ un albero serio, un albero severo.
Una volta in Val di Zoldo, per la sua silhouette regolare veniva trasformato in assi, poi adoperate per la costruzione degli antichi fienili, i tabiai.
Foto: Franco Voglino
Oggi, ci si chiede perché il larice zoldano sia un legno pregiato riconosciuto. Perché il suo profumo è terapeutico? Perché ha poteri magici?
Forse anche queste potrebbero essere alcune delle sue qualità nascoste, tuttavia abbiamo chiesto il parere di un’esperta, Claudia Scarzanella di Segheria Traiber, un’azienda della Val di Zoldo che ha lanciato e fatto conoscere proprio questo prezioso legno:
Il larice zoldano è riconosciuto nel settore non solo per il suo profumo e il suo colore rosso acceso inconfondibile, ma anche per la sua storia. La storia del suo valore, che si incrocia con la costruzione di Venezia e dei tabià della Val di Zoldo. Il larice era talmente importante e così pregiato, che gli uomini zoldani un tempo lo piantavano al limite dei pascoli per assicurare ai posteri una ricchezza sicura.
Segheria Traiber – accatastamento per stagionatura.
Segheria Traiber – spigolatura rustica con ferro a due mani
Questi larici sono diventati maturi e vengono oggi lavorati per ricavarne il legname per le costruzioni che ancora oggi si preferisce realizzare in larice, per la sua maggiore durabilità a contatto con gli agenti atmosferici.
Ecco il segreto di questo profumo. Il larice della Val di Zoldo racchiude le vicende e le sensazioni di intere generazioni, che hanno fatto della fatica e della quotidianità una grande passione.
Foto: Franco Voglino
Come non dirlo osservando questi magnifici tabiai?
By Rossella.
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