Il fascino del sublime, la bellezza e la forza che fa paura, perché incontrollabile e imprevedibile. Forse è proprio per questo che prendiamo e partiamo appositamente per andare a vedere le gole e i canyon che l’acqua impetuosa riesce a creare. Alcuni paesaggi lasciano veramente di stucco e valgono interamente il viaggio per la loro unicità, perché si trovano in luoghi selvaggi e sembrano così distanti, inapprodabili per noi umani.
Posti come il Brent del l’Art in Valbelluna, una fisarmonica di roccia che si snoda come le pagine di un grande libro lungo l’incavo dove scorre placido il torrente.
Oppure come l’Orrido dell’Acquatona in Comelico, tanto impressionante quanto bello.
O ancora, tra i più famosi, i Serrai di Sottoguda, oggi percorribili anche a bordo del caratteristico trenino.
Eh sì, i percorsi dell’acqua sembra attirino sempre l’interesse di numerosi turisti, accorsi proprio a visitare il sublime, il bello e incredibile spettacolo della natura.
Anche la Val di Zoldo può vantare paesaggi di questo genere, uno nelle sue vicinanze, forse poco conosciuto, è la stretta valle che il torrente Maè ha scavato tra Mezzocanale e Soffranco.
Forse non ci si ferma spesso a osservare la profondità della gola, passando rapidamente con le nostre auto.
Tuttavia esiste una strada non percorsa dalle macchine che nel suo tracciato può regalare diversi punti di vista di quello che i Romantici definirebbero “bello e terribile paesaggio”.
Sin dalla partenza a Mezzocanale, attraversando il piccolo ponte, se ne avrà un primo assaggio. L’abisso è tempestato di verdi foglie, che quasi aeree rimangono sospese e ciondolanti nel vuoto, mosse solo dall’alito che risale dall’abisso stesso.
Procedendo lungo la strada sterrata, riparata dagli alberi del bosco, si raggiunge in poco tempo il paese di Soffranco, frazione del Comune di Longarone, appoggiato su un terrazzo sull’orlo della gola.
Aggirandovi tra la piazzetta dove si trova la chiesa e i gruppetti di case, scoprirete altri paesaggi che lo rendono così particolare.
Lo spirito che lo pervade è di convivenza con il sublime, uno scambio equo di bellezza selvaggia e vitalità. Un piccolo borgo che vale proprio una gita.
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Cosa dire dopo queste meravigliose foto? Mi fa tristezza quando invece che frequentare il Cadore le persone preferiscono il Trentino o addirittura l’Austria pur sapendo che godiamo di montagna meravigliose.
In questi posti mi piacerebbe recuperare vecchi libri di racconti dei luoghi e delle persone di montagna, sia come vivevano, come mangiavano, le piante, i lavori, etc.